per adulti
Un uomo, ad un certo punto della sua vita, decide di trasferirsi in una casa di campagna poco lontano dalla sua residenza in città: vuole allontanarsi da tutto e da tutti, seguire il proprio bisogno di restare da solo con se stesso.
Ben presto il suo esilio è disturbato da una presenza che destabilizza questa sua nuova quotidianità. Nell’appartamento inizia ad aggirarsi un topo.
Prende il via quindi una comica lotta che si protrae fino all’epilogo finale.
Quella che appare è una vera battaglia dell’uomo con se stesso; è la ricerca forsennata di una risoluzione della propria vita, un desiderio di trovare un punto fermo.
Età consigliata 15+, adulti
Durata indicativa 90’
DEBUTTO
20 marzo 2025 – Teatro San Giorgio, Bergamo
testo di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
con Stefano Mecca
regia Marco Raineri
materiale
NOTE DI REGIA
Nel corso della propria vita ogni essere umano sente il desiderio, la necessità, di fermarsi per guardarsi attorno. Scappare da ogni cosa lo riguardi per cercare di riappropriarsi della propria vita oppure, semplicemente, fare il punto sul presente. Ci si accorge però che il nostro presente è frutto del nostro passato, recente e remoto: è come se le nostre esperienze passate avessero riempito dei contenitori che sono nella nostra mente, che non si possono scansare. Formano un labirinto di scatole, più o meno ingombranti, che creano il percorso del nostro presente. Possiamo girarci attorno, evitarle, calpestarle oppure camminarci all’interno come in un labirinto credendo di poterne uscire, come farebbe un topo da laboratorio. Poi arriva qualcosa di inaspettato che ci rimette in moto, ci mette di fronte al nostro presente e ci aiuta ad apprendere un nuovo modo di vedere la realtà e noi stessi.
La mia idea de Il Grigio vuole orientarsi verso questa visione dell’esistenza dell’individuo.
Raccontare, attraverso l’ironia del testo, il presente a tratti fortemente drammatico del protagonista. La visione dell’uomo in un labirinto è scaturita dalla similitudine tra il topo e il protagonista, che forse sono la stessa persona, oppure uno è l’alter ego dell’altro. Lo scopo principale è suscitare degli interrogativi su come si possono affrontare le situazioni quotidiane che ognuno di noi vive per comprendere che non si può cercare la via d’uscita dal nostro labirinto mentale, perché forse non è affatto un labirinto, ma semplicemente l’insieme della nostre esperienze. Bisogna soltanto guardarsi da una certa distanza, vedere noi stessi di spalle. Capire in che misura tutto quello che ci portiamo dentro influenza il nostro modo di essere o in che misura vogliamo esserne influenzati.
Marco Raineri
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