11+
Due voci per un solo racconto; due punti di vista per narrare del più strano School Bus che si sia mai visto; due personaggi per dare vita al sorprendente rapporto tra un padre che vive nel passato, una figlia che guarda al futuro e un segreto che li accomuna; due attori per dare voce ad un popolo di personaggi incredibili di cui vi innamorerete fin dal primo istante.
Una storia on the road in cui un’adolescente ostinata partirà alla ricerca di se stessa e un uomo alquanto “strambo”, con il volante tra le mani, avrà l’occasione di poter riscoprire il suo essere genitore.
Un viaggio rocambolesco, in cui nuovi passeggeri si affolleranno a bordo e il tempo in loro compagnia prenderà la forma di una girandola fatta di situazioni surreali, amicizia e velocità.
Lo spettacolo si basa su L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise, scritto da Dan Gemeinhart, pubblicato in Italia da Giralangolo (TO) e vincitore del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2023. Un racconto corale, solare e divertente, che ha il merito di portare un “C’era una volta…” difficile da ascoltare verso un “The End” gioioso e per nulla scontato.
Età consigliata 11+ (Scuola secondaria di I grado, primo ciclo della Scuola secondaria di II grado)
Durata 60 minuti
Adatto anche a spazi non teatrali e all’aperto. Per ulteriori informazioni tecniche consultare la scheda sotto riportata.
Domenica 17 novembre 2023 – Teatro San Giorgio, Bergamo
con Anita Gandossi e Andrea Rodegher
regia Cristina Zanetti e Andrea Rodegher
progetto e adattamento testo Cristina Zanetti
luci Marco Raineri
progetto scenografico Andrea Colombo
materiale
NOTE DI REGIA
Ho amato questo testo sin dalle prime righe della prima pagina. Nel leggerlo ho riso e ho pianto di continuo. Ho amato Coyote e tutte le meravigliose creature di cui si è circondata strada facendo. C’è tanto amore tra le pagine; e forse il maggior numero di sfumature di gioia che io abbia mai incontrato ultimamente in un libro, soprattutto se rivolto a ragazzi e ragazze adolescenti.
Parla della vita, quella meravigliosa sì, ma anche di quella cruda e vera, sempre attraverso lo sguardo leggero e al contempo profondo della giovane protagonista.
Poi c’è la famiglia. In quella di Coyote c’è posto per tutti e tutte, persone o animali che siano; ci insegna che l’amore e la cura non hanno regole di esclusione bensì di continua e strenua inclusione. C’è così tanto posto sullo scuolabus di Rodeo e Coyote che pare esserci un posto anche per noi che leggiamo e ascoltiamo.
Questo è un romanzo di formazione. Mano nella mano, Coyote ci porta dentro ai nostri desideri più profondi e alle paure più intime, quelle che non abbiamo mai avuto il coraggio di rivelare, nemmeno alle persone a noi più vicine e care.
E lo fa in modo dolce e ironico, con mano ferma e accogliente. Con parole che sanno accarezzare ma, alla giusta occasione, anche graffiare, per poi di nuovo guarire e lenire come un balsamo.
Questo libro ci insegna che i nostri maestri possono essere i più piccoli, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, che hanno, bontà loro, un contatto ancora autentico con le proprie profondità marine, con l’intimità e con il proprio corpo.
Riescono a sentirli, a differenza di noi adulti che spesso abbiamo dimenticato i nostri saperi più arcaici. Saperi che, pur sentendo, decidiamo di ignorare. Per paura. Per assenza di coraggio. Per codardia. Rodeo non ne è del tutto consapevole ma si lascia guidare da Coyote, ha un’intuizione e la segue, seppure gli costi un dolore antico e profondo.
Coyote, dal canto suo, non sa dove stia andando davvero, in quali paesaggi si stia immergendo ma intuisce che la strada è quella giusta e la segue. Ecco, si tratta di intuizioni. E di un pizzico di magia. Quella stessa che gli occhi di Rodeo e le parole di Coyote sanno attivare.
A entrambi servirà dare un nome ai ricordi, alle emozioni, alle sensazioni; perché le parole possono essere potenti e trasformatrici, possono nascere e far rinascere a nuova vita.
Alla fine viene proprio voglia di mettersi accanto a Coyote per diventare costruttori di un futuro, fatto di mattoni impastati con il passato e messi in forma nel presente, quel qui ed ora che diverrà l’allora del domani.
Cristina Zanetti
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